– 400 a.C. – EPOCA PRE-ROMANA – [CdV] – Nella zona del Ponente Ligure gli spostamenti avvenivano per itinerari di crinale. I percorsi di fondovalle erano sconsigliati, perché percorrendo i crinali si dominava il territorio e si aveva la percezione immediata di eventuali pericoli. Gli insediamenti abitativi del tempo erano posti in luoghi dominanti, sovente inaccessibili da tre lati, come dimostrano le tipologie dei cosiddetti “castellari”. Dall’Emporio Nervino si inerpicavano sulla Collasgarba e sulla collina delle attuali Mauře due importanti percorsi di crinale, che si ricongiungevano in corrispondenza del sito ove sorge la chiesuola di San Giacomo, che ha conservato l’eredità di qualche faunus o tempietto primitivo. Le masserizie sbarcate nell’Emporio marittimo iniziavano così il viaggio verso il primo, relativamente vicino, castellaro di Ciaixe, per proseguire poi su Cima d’Aurin, Tramontina, Bassa d’Abeglio, Cuřumbin, Testa d’Alpe e, quasi costantemente in crinale, raggiungere il Saccarello e poi il Pertegà, da dove era possibile raggiungere il Colle di Cornio, oggi di Tenda, per calarsi lungo i crinali del Piemonte, raggiungibili anche percorrendo i malagevoli crinali del Marguareis. Punti nodali di questo percorso, erano situati nei pressi del Monte Cuřumbin: in quel punto vi giungeva il crinale GrimaldiGranmondoOlivetta; a Passo Muratone, lo intersecava la Via Regia, dalla Valle Argentina a Saorgio; ed anche la Bassa di Sanson, presso la Collardente, che lo faceva incrociare con la variante Ovest della via Marenca, quella da Triora a Briga. In epoca preromana, era dunque quello il percorso più importante per le derrate sbarcate a Nervia, o da imbarcarvi: quando nelle comunicazioni tra crinali, dei tratti collinari vicini alla costa, era preferibile stare ben lontani dal mare. Per questo motivo, il primo percorso di congiunzioni tra differenti crinali, inerente al tragitto descritto, si dipartiva da Passo Muratone. Su quell’importante passo prealpino ha transitato nei secoli la rilevante Via Regia, che dai crinali della Valle Argentina, attraverso le pendici di Monte Vetta superava la Nervia, si inerpicava verso Muratone e attraverso i crinali attorno alla Bendola, scendeva a Saorgio, importante nodo per l’attraversamento della Roia, verso l’Authion e la Gordolasca. Del percorso di crinale sull’altra sponda della Roia si inerpicavai sullo Scögliu, il Colle, il Monte fino al Colle Appio. Dall’Appio, voltando ad Ovest, si raggiungeva il Granmondo ed i crinali verso Nizza; dall’altra parte si scendeva ad attraversare la Roia, per immettersi sul crinale di Magauda, verso il castellaro di Ciaixe e la strada per il Piemonte che proveniva da Collasgarba. Proseguendo sul crinale verso Nord, si raggiungeva dunque Monte Pozzo, da percorrere in crinale fino al Caglian, per poi voltare sulle pendici Ovest del Monte Maltempo, verso il crinale di Collabassa, da dove si raggiungeva il Pilone (Olivetta), sul crinale del Monte Caviglia, verso il castellaro di Piena e le dorsali del Colle del Brussu; oppure, guadata la Roia alle falde Nord della Testa di Giauma, si inerpicava sul Colletto per il valico del Fanghetto. Dall’Età del Ferro in poi, con l’esigenza di attraversare la Bevera dalla Maglioca al Pozzo, il cammino della draira verso il Colle di Tenda ha subito un progressivo abbassamento di quota, nel tenere dietro all’erosione del letto torrentizio sull’emissario del Lago del Serro, sempre più ridotto e costantemente più basso di livello.