– 22.000 a.C. – [SCC] – Apice glaciazione Wurm. – [GMF] – Sulle Alpi il limite inferiore dei ghiacciai era all’altitudine di 1.450 m, ovvero circa 1.500 metri più in basso di quello attuale. Tutto il nord Europa era coperto dai ghiacciai, fino ai bassipiani della Germania settentrionale. Il livello del mare si era abbassato di circa 120 metri rispetto all’attuale, e pertanto il Canale della Manica non esisteva e le attuali isole britanniche erano unite al continente. Al nord il terreno era congelato in profondità ed i grandi fiumi attuali non esistevano perché l’acqua era intrappolata nelle masse glaciali.
Anche se può sembrare sorprendente, le condizioni climatiche europee in questo periodo risultavano piuttosto favorevoli per gli uomini. Infatti il clima era molto stabile, le estati erano molto soleggiate mentre gli inverni, per quanto freddi, non erano rigidissimi e risultavano piuttosto secchi. Le temperature medie erano inferiori di quelle odierne di 4° o 6° ma, grazie al clima secco, non erano sgradevoli. La vegetazione, grazie all’abbondante acqua proveniente dai ghiacciai, durante l’estate era rigogliosa e permetteva così a molti animali, anche di grande taglia come mammut, uri (gli antichi bovini), rinoceronti lanosi, alci, cervi, orsi delle caverne, nonché lupi, iene e molti altri, di nutrirsi e moltiplicarsi.
L’abbondanza di selvaggina consentiva agli uomini, a quel tempo dediti soprattutto alla caccia ed alla raccolta di vegetali commestibili, di disporre di una dieta molto abbondante e ricca in proteine. La caccia soddisfaceva ampiamente i bisogni, lasciando agli uomini molto tempo a disposizione per altre attività. Gli uomini avevano già scoperto l’arte circa 20.000 anni prima di allora, e producevano oggetti scolpiti e dipinti su roccia. È da precisare però che questi dipinti, molto probabilmente avevano un significato di tipo evocativo, religioso e sciamanico. Queste immagini “sacre” servivano anche per propiziare la fortuna nella caccia, per i riti d’iniziazione dei giovani cacciatori, per rinsaldare i legami famigliari e dei gruppi di cacciatori. Inoltre, esistevano metodologie precise per costruire le armi sempre più raffinate con cui cacciare.
All’apice del periodo glaciale Wurm in tutta l’Europa era diffuso un particolare metodo per lavorare la pietra ed ottenerne lame affilatissime e molto efficienti, che venivano fissate su frammenti di osso o legno ed utilizzate per i diversi impieghi. Questo metodo, o “cultura”, è denominato Aurignaziano. Il nome deriva da quello del sito di riferimento situato a Aurignac, nel dipartimento dell’Alta Garonna, nel sud-ovest della Francia, dove sono stati trovati degli esemplari particolarmente significativi di queste lavorazioni. La cultura aurignaziana in Europa si estese da circa – 43.000 a.c a -33.000 a.c.
In Europa alla cultura Aurignaziana si è sovrapposta ed è succeduta una nuova cultura di cacciatori, con nuove modalità di fabbricazione delle armi e di statuine scolpite in osso e monili di grande bellezza, fra i quali uno dei più noti è la “Venere di Brassenpouy”. Questi tratti culturali comuni sono stati denominati “cultura Gravettiana” la quale prende il nome dal “riparo della Gravette” in Dordogna ove sono stati rinvenuti molti reperti attribuibili a questo periodo culturale. La cultura Gravettiana accomunava le società umane di questo periodo in un’area estesa dalle regioni occidentali atlantiche alla pianura russa, dall’Europa centro-settentrionale alle penisole mediterranee.